purtoppo la scienza non è, secondo me, ancora cosciente dei propri limiti e spetta ancora ai valori irrinunciabili, sia umani che religiosi, riflettere sul suo etico o morale uso, e qui si accusa sempre il colpo gobbo del fine che giustifica i mezzi, chiunque o qualunque ente governatico, privato o religioso usa di fatto la scienza per i propri scopi, quindi quale è il filo sottile di demarcazione tra utile e morale?
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BAGAVAN, 17/09/2007 13.17:
APRO CON UN TEMA CARO NON SONO AGLI AMBIENTALISTI MA ANCHE A COLORO CHE DESIDERANO REGOLARE LA SCIENZA SECONDO UN ETICA CHE TENGA CONTO DELLA CRESCITA INTEGRALE DELL'UOMO E NON SONO AI FINI EDONOSTICI!
ORA A VOI LA PAROLA SU QUESTO TEMA CHE è SIA PRATICO, CIOè DI RISPETTO PER LA DIGNITà DELL'UOMO CHE FILOSOFICO, CIOè IL SENSO UMANISTICO DELLA SCIENZA SENZA SECONDI FINI, OVVERO NON DEONTOLOGICI!
QUI ALLORA POSSIAMO PARTIRE DALLA DEONTOLOGIA PER PRIMA COSA, E COME ESSA HA UNA COSCIENZA ETICA E DEI VALORI IRRINUNCIABILI!
POI PASSEREMO AL SENSO DELLA SCIENZA E COME ESSA POSSA RISPONDERE UMANAMENTE AL NOSTRO BISOGNO INTEGRALE DI BENESSERE E VALORI UMANI!
ECCO A VOI L'APPROFONDIMENTO! GRAZIE! BUON LAVORO!